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Vendemmia 2018: come siamo messi a quantità e qualità?

Sei un viticoltore? Un sommelier? Semplicemente un appassionato di vino? Sicuramente sarai interessato a sapere qualcosa in più sulla vendemmia 2018 da uno che, come me e molti altri professionisti, si recano in campo ogni giorno per massimizzare la quantità e la qualità delle uve.

Del Dott. Francesco Giannetti

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Vendemmia 2018: come siamo messi a quantità e qualità?

Dalla fine dell’estate in poi, più esattamente dall’invaiatura in avanti, e più o meno rapidamente a seconda della precocità del vitigno, il grappolo d’uva aumenta di giorno in giorno il suo contenuto in zuccheri, mentre va continuamente diminuendo quello in acidi.

L’aumento del contenuto in zuccheri non continua però indefinitamente, ma ad un certo momento si arresta per alcuni giorni, dopo dei quali ha inizio addirittura una diminuzione.

Questo avviene perché gli vengono consumati dalla respirazione delle cellule vegetali. Ecco perché si consiglia di procedere alla raccolta, anche per la vendemmia 2018, nel momento più adatto, quando cioè, come regola generale, il quantitativo in zuccheri raggiunge il suo massimo, prima di entrare in fase di appassimento.

Per cogliere questo momento, l’agricoltore e l’agronomo possono avvalersi di diversi mezzi.

Primo tra tutti, e di coerenza scientifica, è quello che si basa su un monitoraggio degli zuccheri stessi.

Seguendo ogni 3-4 giorni il contenuto in zuccheri delle uve tramite strumenti di facile impiego, come il mostimetro o il rifrattometro.

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Si potrà allora notare come da un certo giorno in avanti tale contenuto tenda a restare praticamente costante. Quei giorni lì sono quelli adatti per la vendemmia 2018.

I tempi

In casi particolari, può tuttavia essere utile anticipare di qualche giorno la vendemmia, onde ottenere mosti più ricchi in acidità e meno zuccherini. Se viceversa si desiderano mosti più zuccherini e meno acidi, converrà ritardare la raccolta, in modo che l’uva subisca un leggero appassimento.

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Il primo caso è tipico delle zone meridionali che, per la vendemmia 2018, in linea generale presentano le uve molto zuccherine e scarsamente acide, i relativi mosti stentano a fermentare per eccessiva densità, oppure la loro fermentazione minaccia di arrestarsi prematuramente, lasciando i vini più o meno dolci. Le uve potrebbero anche fermentare completamente producendo però vini con alcolicità eccessiva rispetto alle esigenze del mercato.

Gli stessi vini, inoltre, riuscirebbero piuttosto poveri di acidità e ciò a scapito, oltre che delle loro caratteristiche organolettiche (rilevabili mediante la degustazione) anche della loro conservabilità, nonché della tonalità del loro colore.

Con uve più acide invece si potranno attenuare i difetti ora ricordati. Ecco perché nelle zone meridionali converrebbe, anche per la vendemmia 2018, talvolta di raccogliere le uve non perfettamente mature e nelle prime ore dell’alba, quando cioè è probabile che siano ancora ricoperte di rugiada (il che si risolve, in pratica, in una leggera diluizione del mosto, di per sé troppo zuccherino).

Esse inoltre risultano meno calde, il che faciliterà la fermentazione alcolica, spesso ostacolata a motivo appunto della elevata temperatura della massa.

Nel caso invece delle zone settentrionali, bisognerà ritardare al massimo la vendemmia (senza ovviamente rischiare di addentrarsi nei primi freddi autunnali) e raccogliere le uve nelle ore più calde, onde ovviare agli opposti inconvenienti: vini, cioè, che tendono a risultare troppo poco alcolici e troppo acidi.

Fra questi due estremi, troviamo però le zone intermedie che costituiscono la grande maggioranza dei casi. In esse si consiglia, come suddetto, la raccolta di uve al giusto livello di maturazione.

Vendemmia 2018: quantità e qualità

Volendo ora esaminare il calendario di maturazione della vendemmia 2018, la quantità delle uve e la qualità del vino che da esse nascerà, si deve precisare che la variabilità è assai ampia per ogni zona d’Italia.

La variabilità, ovviamente, dipende dalle attitudini del vitigno, dall’ambiente in cui viene coltivato e dall’andamento climatico stagionale.

Nonostante il maltempo d’agosto, la vendemmia 2018 sarà migliore di quella del 2017. A prevederlo è Cia-Agricoltori Italiani, secondo cui la produzione nazionale si dovrebbe attestare attorno ai 48 milioni di ettolitri, con una crescita media compresa tra il 10% e il 15% con punte del 30% attese in Sicilia e fino al 25% in Veneto.

vendemmia 2018

Due però le criticità che potrebbero comunque minare la vendemmia 2018 appena cominciata secondo l’organizzazione agricola:

  1. i fenomeni particolarmente violenti di maltempo;
  2. i danni causati da animali selvatici.

A rischio – spiega la Cia – sono soprattutto regioni come Liguria, Umbria e Toscana dove grappoli maturi e profumati nei vigneti sono di grande attrattiva per cinghiali e caprioli.

Già da ora – si precisa – non mancano segnalazioni quotidiane di attacchi in vigna, che sollevano la protesta degli agricoltori pronti a manifestare affinché si affronti, fattivamente e tempestivamente, la problematica.

L’organizzazione agricola conclude comunque che “c’è ottimismo tra i filari e nelle aziende, dove le uve si presentano ottime in tutte le aree vocate. Sole e caldo – conclude Cia – hanno lavorato bene e questo sarà riscontrabile dai consumatori una volta che il vino sarà nei calici”.

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